Regia: Mario Brenta; Soggetto: dal romanzo Bàrnabo delle montagne di Dino Buzzati; Sceneggiatura: Mario Brenta, Angelo Pasquini, Francesco Alberti, Enrico Soci; Fotografia: Vincenzo Marano; Montaggio: Roberto Missiroli; Scenografia: Giorgio Bertolini; Costumi: Paola Rossetti; Musiche: Stefano Caprioli; Produzione: Nautilus Film, Les Films Number One, T&C AG Film Zurigo; Distribuzione: Istituto Luce; Origine: Italia/Francia/Svizzera, 1994; Durata: 118’

PremiPremio Italia della Presidenza del Consiglio (1995). Ciak d’Oro (1995): Migliori costumi (Paola Rossetti). Nestor Almendros (1995): Premio alla fotografia (Vincenzo Marano). Festival Internazionale film della montagna di Trento (1995): Primo premio. Festival de Gramado (1994): Premio della Critica e Miglior regista (Mario Brenta). Cinemed (1994): Antigone d’Oro.

Interpreti: Marco Pauletti (Bàrnabo), Carlo Caserotti (Molo), Angelo Chiesura (Del Colle), Duilio Fontana (Berton), Alessandra Milan (Ines), Marco Tonin (Darrio), Antonio Vecellio (Marden), Pino Tosca (Emigrante), Alessandro Uccelli (Giovane Emigrante)

Bàrnabo trova lavoro come guardiaboschi nell’area di Cadore. È riservato e schivo, ma soprattutto ha un profondo rispetto per la natura e per le sue creature, ponendosi in netta distanza rispetto agli uomini che lo circondano, spregiudicati, scontrosi e in fondo contraddittori. La sua rigorosa inoffensività però lo induce a non aiutare un collega in una sparatoria con dei bracconieri, segnando per sempre la sua credibilità e la sua vita. Rimasto solo lascerà per un po’ la montagna, per poi farvi ritorno quando nessuno sarà più disposto a ricoprire quel ruolo.

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